«E Dio disse: Facciamo luomo a nostra
immagine e somiglianza ... E Dio fece luomo a sua immagine. A immagine di Dio
lo fece. Maschio e femmina lo fece»
(Gen. I - 26/27)
Nel 1964, lanno della sua
morte, il padre della cibernetica Norbert Wiener dà alle stampe il suo ultimo libro God
& Golem Inc., unampia analisi del problema dei rapporti fra il Creatore e la
Creatura, sia, cioè, fra Dio e lUomo che fra lUomo e la Macchina («la
controparte moderna del Golem del Rabbino di Praga»). Si tratta della sua definitiva
riflessione sulle «opzioni profonde» implicate dalla nuova scienza e nello stesso tempo
dellideale continuazione di The Human Use of Human Beings, lopera che
nel 1950 lo trovò schierato sul fronte della difesa delluomo nei confronti della
tecnologia: «Siamo nella posizione dell uomo che ha soltanto due ambizioni nella
vita: luna di inventare il solvente universale che sciolga qualsiasi sostanza
solida, laltra di inventare il recipiente universale che conservi qualsiasi liquido.
Abbiamo attirato su noi i demoni dellepoca come porci di Gadara, e la nevrosi
ossessiva della mobilitazione scientifica ci sta trascinando nellabisso
dellautodistruzione»; e ancora: «Quelli fa noi -già aveva scritto tre
anni prima- che hanno contribuito alla nuova scienza si trovano così in una posizione
morale a dir poco scomoda. Abbiamo contribuito alla nascita di una nuova scienza che, come
ho detto, comporta sviluppi tecnici con grandi possibilità per il bene e per il male. Non
possiamo far altro che consegnarla al mondo che ci circonda, e questo è il mondo di
Belsen e di Hiroshima».
Nel 1948, lanno dopo il Doktor Faustus di Thomas Mann, Wiener aveva
pubblicato un singolare best-seller, Cybernetics, unopera di difficile
lettura per il non matematico, che invece calamitò lattenzione di decine di
migliaia di lettori non specialisti proprio per alcuni suoi frequenti intermezzi
filosofici capaci di proporre una nuova «visione del mondo» e indicare una
«sinn-gebung» di tale generalità da fungere da globale «conferimento di senso» vuoi
ai dati della scienze empiriche che a quelli delle scienze umane in unepoca in cui
il mito faustiano dellonniscienza aveva dovuto fare i conti con una nuova tragica
morte di Johannes Faustus, strangolato dal Diavolo fra le fiamme dellInferno. «Oh
speranza disperata, a cosa debbo io rinunciare!» si ripeterà ancora una volta con il
Lamento melanconico del Volksbuch, cui farà da contraltare il goethiano: «Ahimé!
Ho studiato a fondo e con ardente zelo filosofia e giurisprudenza e medicina, e purtroppo,
anche teologia. Eccomi qui, povero e pazzo, e ne so quanto prima!».
Alla titanica figura dellumanista «senza lettere», il tedesco Johannes Faustus,
lHemitheos di Heildelberg, il filosofo dei filosofi, lempio cercatore del
sapere totale che alla fine di una drammatica esistenza deve riconsegnare i lacerti della
propria anima al Dio del Male cui laveva promessa, la nostra epoca, uscita a
frantumi dalle tragedie della guerra, trova sulla propria strada gli scampati
allOlocausto che a Faust oppongono il personaggio di Giobbe, colui che pazientemente
saccontenta di non cercare ragioni dato chegli non cera quando Dio
poneva le fondamenta del mondo.
Ma è uno di loro, lultimo della stirpe di Mosè Maimonide, il figlio di Leo Wiener
(Jehudah Loew è il nome del Grande Rabbino di Praga) a riportare alla luce la singolare
figura di un Faust ebraico: il creatore del Golem, colui che al «facciamo luomo a
nostra immagine» risponde «facciamo la macchina a nostra immagine». Come Rabbi Jehudah
ben Bezalel Liwa e come il cabbalista Maimonide, anche Norbert Wiener è affascinato da
una nuova Qabbalah traboccante di dinamismo, la stessa che permette di competere con il
Creatore nella progettazione e nella attuazione della vita.
Norbert Wiener era un matematico noto soprattutto per alcuni decisivi apporti alla teoria
del potenziale, alla generalizzazione e formalizzazione delle teorie sugli spazi
vettoriali, allo sviluppo dellanalisi di Fourier, alla dimostrazione di alcuni
teoremi tauberiani, alla trattazione matematica del moto browniano, e infine al problema
dei fondamenti del calcolo delle probabilità e alla elaborazione della teoria della
predizione. Come ingegnere (nel campo degli aspetti applicativi delle matematiche) il suo
nome era legato principalmente alla costruzione dei primi calcolatori elettronici
(analogici e numerici), alle tecnologie (sia logico-linguistiche che ingegneristiche) di
vari sistemi di comunicazione, al famoso sistema automatico di puntamento antiaereo, e
allipotesi sul parallelismo fra turbe psichiche e irregolarità dei sistemi di
autoregolazione meccanici ed elettrici.
Linsieme di questi risultati costituisce lossatura tecnica della
«cibernetica» e rappresentò il punto di passaggio obbligato per la costruzione della
nuova disciplina. Inoltre, un certo numero di ipotesi di lavoro (già presenti in
precedenti saggi di Wiener), intese ad analogare strutture e funzioni di alcune
particolari macchine (sistemi a feed-back e informazione) con quelle degli organismi
viventi, ne costituisce lambito teorico di maggior rilevanza specifica. Infine il
libro contiene, comunque in modo non sistematico, diverse riflessioni filosofiche
finalizzate al conferimento di senso ai risultati tecnici e alla costruzione di una
Weltanscbauung di tipo non meccanicistico e non vitalistico. Questi tre aspetti:
lapplicazione dellanalisi funzionale e del calcolo delle probabilità alle
tecnologie del controllo e dellinformazione, la costruzione di una teoria
interdisciplinare in grado di analogare gli aspetti strutturali e funzionali dei sistemi
elettromeccanici con quelli dei sistemi biologici, e infine la costruzione di una immagine
«cibernetica» del mondo, rappresentarono la triplice anima di una delle teorie
scientifiche che maggiormente ha informato di sé la nostra epoca.
Ciò che però contribuì in modo determinante al successo della cibernetica fu proprio il
suo impegno alla costruzione di una immagine filosofica del mondo in grado di sostituire,
evitandone gli errori, quella ormai definitivamente squalificata del meccanicismo. In
questa prospettiva, però, il termine cibernetica non si limito più a indicare una teoria
transdisciplinare contenente la teoria dei servomeccanismi e della retroazione negativa,
la teoria matematica e ingegneristica delle comunicazioni (livellamento, filtrazione,
codificazione, e trasmissione-ricezione economica, fedele ed efficiente di segnali in
presenza di rumore), la teoria della predizione del futuro valore di una variabile in una
catena informativa, la teoria degli automi e delle macchine calcolatrici, e infine un
certo numero di ipotesi di lavoro riguardanti una serie di analogie fra gli aspetti
autoregolativi ed informativi presenti nelluniverso della fisica, della biologia e
delle discipline psicologiche e socio-storiche, ma quasi in un crescendo di travolgente
ottimismo, incominciò a espandersi fino ad assumere le caratteristiche denotative di una
immagine del mondo di metafisica grandiosità.
Lipotesi di cibernetica (la quale costituisce il nucleo portante dellintera
disciplina), nata come ipotesi di lavoro in ambito biofisico, acquistò via via
laspetto di una ipotesi esplicativa di crescente generalità: dalla sua prima
formulazione come ipotesi neurofisiologica (alcune turbe neuropsichiche sono analoghe a
difetti di controllo ed elaborazione dellinformazione nelle macchine) si allargò al
campo della biologia (le basi fisiche della vita e dellintelligenza sono
riproducibili mediante automi in grado di autoregolarsi e di trattare informazione), a
quello della psicologia (è sempre possibile riprodurre a qualsiasi comportamento
delluomo e dellanimale mediante opportuni automi), fino a diventare
unipotesi di antropologia filosofica (non esiste alcuna attività che luomo
può compiere che anche lautoma non possa eseguire), e infine di metafisica (il
mondo è costituito e retto secondo due principi opposti: lentropia positiva e
lentropia negativa, disordine e ordine, degradazione dellenergia e
produzione di informazione, distruzione e progresso, i quali giocano dialetticamente
luno nei confronti dellaltro su due itinerari storici interattivi: quello che
va verso la vita, e lordine, la conoscenza, il progresso, e quello che va verso il
disordine, la degradazione, e la distruzione).
Secondo Wiener la cibernetica inizia là dove cessa la fisica. La frontiera fra le due
scienze viene innalzata nel punto in cui si opera una estensione del sistema concettuale
della meccanica classica mediante luso della nozione di feed-back ed informazione.
Il sistema fisico viene concepito come caratteristico per il suo flusso di energia emessa
e inviata senza ritorno. Il sistema cibernetico viene concepito come caratteristico per il
feed-back: ogni informazione emessa dal sistema comporta un ritorno che permette di
regolare in qualche modo il flusso dellinformazione seguente. Storicamente tale
sistema coincide con lapparire della vita sulla terra; al livello biologico si
verifica sempre uno scambio con lambiente circostante, e tale sistema di scambio
esige un meccanismo operativo di complessità crescente in accordo con levoluzione
stessa. In qualsiasi passo evolutivo si registra, rispetto al passo precedente, il
risultato di un volume maggiore di comunicazione dal quale ne segue un sempre miglior
rapporto cognitivo verso la natura ed un crescente dominio della medesima.
È fondamentale a tal fine che vi sia un principio di organizzazione e controllo
dellinformazione, un principio cioè del tipo a feed-back (tale costrutto avrà in
Wiener una portata filosofica ed epistemologica rilevante). La funzione dell
informazione (sia essa notizia, comando, valore o conoscenza...) non è quella di
cancellare lentropia (di eliminare la funzione del II° principio della
termodinamica), ma è quella di opporsi allentropia, ritardandone lazione o
minimizzandola. In questa luce si istituisce una teoria del progresso visto come aumento
dellinformazione o della conoscenza delluomo opposta alla tendenza entropica
della natura fisica. Secondo Wiener ciò che qualifica lessere vivente nei confronti
della natura fisica è che a differenza di questa nel vivente vi è una tendenza verso
linformazione, lorganizzazione, e non verso il disordine e lentropia. In
tal modo dagli esseri inferiori: protofiti, protozoi fino alle specie più elevate, ciò
che caratterizza levoluzione stessa è il flusso crescente di informazione come
sistema di organizzazione reversibile atto ad acquisire un crescente controllo di ritorno
fino alle forme della piena reversibilità che è il pensiero umano cosciente. In tal modo
lomogeneità (o meglio la tendenza allomogeneità) del mondo è superata da
esseri capaci di manipolare linformazione nel senso di modificare continuamente il
loro ambiente e modificarsi, al medesimo tempo grazie a un ritorno continuo dell
informazione, sviluppando organi di ricezione e trasmissione sempre più complessi e
programmando comportamenti sempre più adeguati.
Se levoluzione della specie è il risultato dellaumento progressivo del
sistema di circolazione dellinformazione, ciò che rende possibile tale aumento è
un processo accumulativo per cui linformazione può passare da una generazione
allaltra sotto forma di programma fissato per gradi successivi; tale programma è da
un lato fissato nel codice genetico e dallaltro nella memoria sociale. Considerare
quindi il mondo come descrivibile mediante due itinerari storici -luno quello della
degradazione dellenergia, del disordine cosmico, che va verso la distruzione, e
laltro quello della conoscenza della costruzione dellordine che va verso il
mantenimento e il progresso- significa enunciare una visione del mondo di tipo filosofico
o in altre parole significa istituire un discorso sulla totalità. In questa visione le
coppie di opposti: mente-corpo, spirito-materia, vita-materia... non fungono in senso di
elementi fra loro irriducibili, ma da termini dialettici: linformazione nel suo
tramutarsi diviene cioè da segno canale e da canale (supporto fisico) di nuovo segno per
il controllo e il mantenimento di forme sempre più evolute di sistemi comunicativi in
grado di opporsi alla tendenza entropica e di costruirne, a tal fine, una neg-entropica:
il progresso.
Che cosè quindi questa grandezza fisica: lentropia, che tanta parte sembra
avere in cibernetica?
Sia in termodinamica che in meccanica statistica viene usata una grandezza comune detta
entropia. Tale grandezza esprime lindice di reversibilità di un fenomeno: quando
lentropia rimane costante vuol dire che il fenomeno...; se varia, allora il fenomeno
è irreversibile. La maggior parte dei fenomeni fisici è, come tutti sanno, di tipo
irreversibile. Il II° principio della termodinamica esprime lirreversibilità della
trasformazione di energia termica in energia meccanica (o più semplicemente del calore in
lavoro) ricorrendo proprio alla nozione di cambio dentropia. (Entropia è un termine
che deriva dal greco e significa «mutamento evolutivo» e cioè che il fenomeno non può
essere riportato al suo stato iniziale).
Ammettiamo per ipotesi di avere un cilindro perfettamente isolato, dal punto di vista
termico, dal suo ambiente, e che tale cilindro contenga uno stantuffo che comprime un
certo gas. Ora se il gas si espande, eserciterà una pressione sulla superficie interna
dello stantuffo facendogli compiere un lavoro (ad esempio sollevare un peso). Nel caso che
vi fosse davvero un perfetto isolamento termico fra il sistema cilindro-gas-stantuffo e
l ambiente, allora il fenomeno sarebbe reversibile. Infatti lenergia varia
(dal gas al peso) mentre lentropia rimane costante; infatti il peso potrebbe
ripremere lo stantuffo e di per ciò stesso il gas.
Purtroppo si sa che questo è un caso teorico: infatti intere generazioni di ricercatori
sono rimaste frustrate nella speranza di dimostrare il «perpetuum mobile». Ammettiamo
ora (sempre in via teorica) di avere un cilindro diviso in due da una parete e contenente
in una sola delle due parti un certo gas. Se la parete viene abbattuta e nellaltra
metà del cilindro vè uno stantuffo, siamo nel caso precedente; diversamente se il
gas si espande nel cilindro vuoto, lenergia rimane costante e lentropia varia:
infatti, per ripremere il gas, sarebbe necessario un certo lavoro con una spesa di energia
presa dallambiente.
In definitiva un aumento di entropia indica una minor possibilità di trasformazione di
energia in lavoro. La meccanica statistica tiene conto di questo fatto descrivendo
lentropia come una funzione della temperatura, massa e natura di un gas. Se
determiniamo cioè posizione e velocità di ogni sua molecola, avremo una descrizione
dello stato del gas come media statistica fra tutti questi valori delle singole molecole.
Ora si sa che un aumento di entropia corrisponde a un aumento di disordine nello stato del
gas e quindi nella descrizione di questo. Per meglio dire, più è bassa lentropia e
meglio sono prevedibili ad esempio la posizione e la velocità delle molecole; più
lentropia aumenta, più cresce la difficoltà di previsione e il disordine. In altre
parole, più la nostra conoscenza del sistema fisico diventa precisa, minore sarà il
disordine.
La teoria dellinformazione contiene una grandezza analoga, essa potrebbe designata
col nome di entropia. La famosa formula - S pj log Pi - detta misura
dellinformazione (o meglio media ponderata del contenuto informativo di un insieme
di messaggi) è la stessa notazione matematica usata in meccanica statistica per indicare
lentropia, solo che in teoria dellinformazione tale formula compare col segno
opposto. Le ragioni di questo fatto non sono semplici e quindi cercheremo di esprimerle in
modo semplicistico: al contrario che in meccanica statistica, più un insieme di messaggi
è ordinato e più è prevedibile e quindi minor informazione convoglia. La formula della
misura dellinformazione è quindi ovviamente tale da esprimere la situazione opposta
di quella della entropia termodinamica.
Tale grandezza viene detta neg-entropia (o negativo dellentropia termodinamica) o
informazione. Comunque si è già detto che linformazione non è la negazione
dellentropia, ossia che linformazione riesce a opporsi e annullare
lazione del II° principio della termodinamica. La funzione dellinformazione
è quella di ritardare lazione della degradazione dellenergia. Lacqua di
una cascata contiene potenzialmente energia che va degradata. Se però la si incanala in
condotte forzate e la si usa per alimentare una turbina di un generatore, allora
lenergia della cascata si trasforma in energia idroelettrica, questa in energia
meccanica e da ultimo, ma con molta lentezza, in calore per sfregamento.
Si capisce quindi a questo punto la differente descrizione che Wiener dà del mondo della
fisica e di quello della biologia: il primo teso allentropia e il secondo teso a
opporsi alla degradazione e alla morte. Da questa sua lettura del mondo N. Wiener ricava
una lettura dellantropologia filosofica certamente non priva di interesse. «Le
prime spiegazioni dellindividualità -egli scrive- si sono rifatte a una
specie di identità di sostanza, la quale poteva essere la sostanza materiale
dellanimale o la sostanza spirituale dellanima. Oggi siamo costretti a
definire lindividualità come un qualcosa che è in rapporto con la continuità del
modello e di conseguenza con qualcosa che partecipa della natura della comunicazione».
Tale definizione delluomo aliena dalle classiche impostazioni dualiste, materialiste
o spiritualiste, propone la costruzione di unantropologia filosofica sugli schemi
concettuali della teoria dellinformazione e del controllo, definire luomo
attraverso la sua caratteristica precipua di essere informazione, e cioè un qualcosa di
non riconducibile allo schema classico della contrapposizione fra materiale e non
materiale, merita di essere, sia pur brevemente, analizzato a conclusione di questa
annotazione.
Per Wiener ciò che qualifica il soggetto vivente nei confronti della materia inerte è
lorizzonte della storicità, è il suo istituirsi intenzionalmente come azione nel
tempo e cioè come rapporto fra la memoria del passato ed un progetto teleologico verso il
futuro. È con tale progetto che la massa disorganica delle informazioni sensoriali si
confronta continuamente e retroagisce, organizzandosi in percezioni sensoriali unitarie:
messaggi che da un lato fungono da organizzazione dei dati e dallaltro sono
determinanti della condotta successiva. Il riconoscimento di tale progetto (il
mantenimento dellequilibrio del proprio corpo vivente e non quindi soltanto il
mantenimento del materiale di cui questo è composto) implica il riconoscimento della
propria soggettività: il proprio essere «progetto» il rapporto con laltro, con
lambiente.
Il soggetto, infatti, in questopera di confronto fra il proprio stato attuale e
quello ideale di equilibrio, commercia continuamente informazione con laltro, scopre
di poter interagire con questo in quanto comunica nello stesso modo e di conseguenza
rinviene nella comune possibilità di esprimersi lorizzonte del «noi» in cui si
riconosce come «io». Nei processi del metabolismo biologico delladattamento
allambiente fisico delle retroazioni e interazioni sociali, delle mutazioni delle
rotte storiche, lindividuo mantiene la propria identità che non è individuabile
nel materiale di cui è composto il suo corpo organico, né in una presunta sostanza
spirituale e immutabile di cui è composta la sua mente, ma è la continua realizzazione
riuscita di un progetto che è il mantenimento della propria struttura informazionale
(dalla struttura molecolare fino alla cultura del proprio gruppo) allinterno di una
sempre e più complessificata rete di continue modificazioni .
Non è difficile, a questo punto, capire quindi quale rilevanza rivesta a livello
filosofico la visione cibernetica del mondo. Ma in particolare il tema
dell«individuo come parola» sia in senso eidetico che poietico, sia in senso
semantico che pragmatico, porta Wiener al cuore stesso della tradizionale cultura ebraica
ossia alla fondamentale tematica: parola dellEssere ed essere della parola. Come nel
Prologo di Giovanni: «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo
era Dio», per Wiener laver Dio fatto luomo a sua immagine e somiglianza
è, appunto, averlo fatto «parola»: «lindividuo è un qualcosa che è in
rapporto con la continuità del modello e di conseguenza con qualcosa che partecipa della
natura della comunicazione... lindividualità del corpo è piuttosto quella di una
fiamma che quella di una pietra, quella di una forma anziché quella di un frammento di
sostanza. Questa forma può essere trasmessa o essere modificata e riprodotta ...».
È a questo punto che la faustiana cibernetica si fonde con la mistica del Maharal di
Praga: la creazione di un Novello Adamo, tramite la parola, o meglio tramite la scienza
del controllo e dellinformazione nellanimale e nella macchina, di un essere
libero ed intelligente.
Il Doktor Johannes Faustus e il Rabbi Jehuadah Loew ben Bezalel non furono solo il parto
della fantasia di letterati che cercavano di dare un nome e uno stato civile ai due sogni
più sfrenatamente empi che luomo abbia mai saputo concepire: il possesso geniale e
totale del sapere e la creazione della vita intelligente dalla materia bruta. Questi due
uomini trascorsero la loro parabola umana in unepoca, il Rinascimento, in cui
lonniscienza e onnipotenza rappresentarono non uno stato di delirio patologico, ma
il convinto, consapevole, dichiarato progetto di liberazione delluomo fondato sulla
certezza della sua particolare ed eccezionale dignità. Le date che delimitano la vita di
Faustus e di Rabbi Loew sono rispettivamente: 1480-1540 e 1512-1609, lintero periodo
rinascimentale, lepoca in cui alcuni uomini avevano fatto dellYbris la propria
regola di vita ed avevano cancellato la ftonos dalle proprie paure.
Nel De Occulta Philosophia Cornelio Agrippa di Nettesheim ribadisce lideale
di Faustus con un dichiarato progetto di conquista dellonnipotenza: «Penetrare
successivamente in ciascuno dei tre mondi e giungere fino al mondo archetipo animatore ...
e godere non solo delle virtù possedute solo dalle cose più nobili, ma conquistarne di
nuove e sempre più efficaci ... Conseguire tanta forza attrattiva, ottenere sempre più
mirabili e grandiose opere sì da ascendere a tale perfezione da divenir simili al figlio
di Dio, trasformarsi nella immagine stessa di Dio ed essere con lui una cosa sola».
Si tratta del procedimento al limite della grande speranza di liberazione contenuta
nel mito ficiniano del Pimandro di cui sè già detto in pagine a queste precedenti:
Lintelletto divino ...
generò mediante il Logos un intelletto demiurgo che, essendo dio del fuoco e
delletere, creò sette ministri,, quali racchiudono in cerchi il mondo sensibile, e
il loro governo è chiamato destino: «E luomo, come fu creato e quale fu la sua
primigenia caduta?» Il Nous procreò luomo simile a sé, ed esso si rallegrò come
di Suo figliolo. Imperò che egli era bello e portava seco limmagine di suo padre
... dilettandosi della sua propria forma concedette tutte le sue opere alluso umano.
Ma lhuomo conciosia che considerasse la procreazione di tutte le cose nel suo padre,
esso ancora vole fabbricare onde cadde dalla contemplazione del Padre a la sfera della
generatione ... [acquisito così il potere dei «sette governatori» luomo entra
nella sfera demiurgica ] Il quale dappoi che ebbe compreso la loro essentia e
ragguardò la loro propria natura, già molto desiderava di trapassare e ricidere il
circuito de loro cerchi et comprendere la possanza del Governatore Presidente al
fuoco, e avendo avuto ogni arbitrio e potenzia sopra li mortali del mondo, e che sono
sanza ragione; e uscì, et subito passò per larmonia, penetrando e recidendo la
virtù de cerchi, e fugli manifesta la Natura che trascorre di sotto, a similitudine della
bella forma di Dio: la quale ... esso la vedessi essere adorna di maravigliosa bellezza, e
tutte loperazioni de sette governatori: e ancora avere la effigie di esso Dio, per
grande amore verso quella sorrise: quasi cosa se egli riguardasse la forma della humana
bellezza, nellacqua come in ispecchio: e vedessi in terra di quella qualche
adombratione. Elli oltre a questo ragguardando, quasi come nellacqua, la forma che
aveva in sé medesimo, a sé simile quella amò; e desiderò daccostarsi con essa.
Leffetto subitamente seguì la volontà: e generò una forma che mancava di ragione.
et ancora la natura abbracciato quello, nel quale era tutta dallamore portata, in
tutto a quello sappiccò e mescolossi».
È in definitiva lo stesso mito
di Faust composto in età alessandrina e tradotto un secolo prima che comparissero il Volksbuch
(il racconto popolare tedesco del 1587 sulla vita dellumanista di Heildelberg) e il
marlowiano The Tragic Story of Doctor Faustus.
Ma ciò che a Faust fu solo attribuito per artificio poetico (da Goethe) e di
Paracelso venne favoleggiato da una incerta leggenda (lhomunculus): la creazione di
un uomo artificiale, libero e intelligente, per quanto riguarda il Rabbino di Praga,
invece, la creazione del Golem sembra essere parte imprescindibile della sua stessa
storia, segno significante del suo filosofare, materia propria della sua mistica. Egli
ripete la mimica, il gesto, i toni e le proporzioni del fare e del dire del Creatore: la
sua statua di fango si vivifica nel momento in cui le viene segnata sulla fronte la parola
EMET (Verità). La materia bruta diventa vita, lautoma prende a muoversi e ad
agire, la sua struttura materiale si trasforma in funzione nel momento in cui accoglie in
sé linformazione, la macchina funziona grazie al programma.
Ma il racconto continua: il Golem, servo del Rabbino di Praga per sei giorni della
settimana, deve anchegli osservare il Shabbat e riposare, e difatti al
sopraggiungere del settimo giorno il Maharal toglie dalla fronte del Golem la lettera
Alef, lasciando così che la Mem e la Tau sole compongano la parola Morte. Sfortunatamente
un giorno se ne dimentica e lautoma, testimone della trasformazione del disordine
nellordine, perde questa sua funzione e si tramuta in anti-Shabbat, in Chaos, in
portatore della catastrofe. Lesplosione del disordine inizia nel ghetto di Praga e
punta decisamente verso la totale frantumazione delluniverso se non fosse che
nellattimo ultimo che precede il crepuscolo della vigilia del Sabato, il Rabbi
riesce a togliere dalla sua fronte lAlef condannando lautoma alla morte
definitiva e se stesso alla impossibilità di ripetere il rischio e la scommessa.
«Facciamo la macchina a nostra immagine e somiglianza», ma quali saranno le conseguenze
quando ci si troverà nelle stesse condizione del Dio che, creato luniverso
ex-nihilo, si trova di fronte a un ordine «meccanico» che non può essere infranto se
non quando alla materia insuffla lo spirito, o in altre parole quando al Golem viene
commesso lo stesso destino dellanima che è quello della libertà e quindi della
possibilità di scegliere lerrore? Egli si ribellerà contro il suo «creatore»?
Non sarebbe stato meglio lasciare alla materia il suo ordine meccanico? Non ha significato
questo dono della libertà anche lintroduzione del male? Norbert Wiener risponde: «Dio
non è lOnnipotente, come una terminologia superficiale e volgare suggerisce, ma
lessere che accetta di limitare il suo potere...» e indica con ciò una nuova
strada che non è ormai più quella di Faust né quella di un Golem-mostro alla
Frankestein, ma al contrario è la strada percorsa da un altro ebreo russo: Isaac Asimov,
lo scrittore che ha messo in campo Andrew Martin, landroide che non
saccontenta di vedersi riconosciuto lo status di «robot libero» o meglio di
«liberto» (schiavo affrancato dal vincolo di essere «proprietà altrui»), ma pretende
gli venga riconosciuto il diritto dessere chiamato a pieno titolo «essere umano»,
il termine chiave che campeggia a chiare lettere nel suo imperativo categorico: «Agisci
in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere come principio di una
legislazione universale», «Opera in modo da trattare lumanità, nella tua come
nellaltrui persona, sempre come fine e mai come mezzo», «Fa in modo che la
volontà possa considerare se stessa, mediante la sua massima, come universalmente
legislatrice».
Ma questa, accanto ad altre del Rabbino di Praga, è una storia che racconterò in
seguito. |