Honoré de Balzac
Claes LAlchimista
(La Recherche De LAbsolu)
Ottava parte
Andò nella sua camera, cercò la lettera di sua madre e lesse quanto segue. "Figlia mia, se Dio lo concede, il mio spirito sarà vicino al tuo cuore quando tu leggerai queste righe, le ultime che ho scritte Sono piene di amore per t miei piccoli che restano in balia di un demone al quale io non ho saputo resistere. Egli vi avrà rubato il pane come ha divorato la mia vita e perfino il mio amore. Tu sapevi, mia amatissima, se io amavo tuo padre! Spirai amandolo meno, perché prendo contro di lui delle precauzioni che, viva, non avrei confessate. Sì, avrei custodito in fondo alla mia tomba lultima risorsa per il giorno in cui vi foste trovati nellestrema miseria. Se vi ha ridotti allindigenza o se occorre salvare il vostro onore, figlia mia, tu troverai presso il signor de Solis, se vive ancora, se no, presso suo nipote, il nostro buon Emanuele, seicentomila lire circa, che vi aiuteranno a vivere. Se nulla ha potuto spegnere la sua passione, se per lui i suoi figli non sono un freno più forte di quello che non lo sia stata la mia felicità, e non lo fermano nel suo cammino delittuoso, lasciate vostro padre, vivete almeno lo non potevo abbandonarlo, io mi dovevo a lui. Tu Margherita, salva la famiglia! Io ti assolvo di tutto ciò che farai per difendere Gabriele, Giovanni, Felicita. Fatti coraggio, sii langelo tutelare del Claes. Sii forte, non oso dirti: sii senza pietà; ma per poter rimediare ai danni già fatti bisogna conservare qualche bene e tu devi considerarti come allindomani della miseria, niente arresterà il furore della passione che mha portato via tutto. Così, figlia mia, sarà essere piena di cuore il dimenticare il tuo cuore; la tua dissimulazione se tu dovessi mentire con tuo padre, sarà gloriosa; le tue azioni, per quanto biasimevoli possano parere, saranno tutte eroiche, compiute nellintento di proteggere là famiglia. Il virtuoso signor de Solis me lha detto e non mai coscienza fu più pura né più chiaroveggente della sua. Non avrei avuto la forza di dirti queste parole, nemmeno moribonda. Tuttavia sii sempre rispettosa e buona in questa lotta terribile! Resisti adorando, rifiuta con dolcezza. lo avrò avuto dunque delle armi ignote, e dei dolori che non nasceranno che dopo la mia morte. Bacia in mio nome i miei cari figlioli, nel momento in cui tu diverrai così la loro protezione. Che Iddio e i santi ti proteggano.
Giuseppina ".
A questa lettera era aggiunto un ringraziamento per i signori de Solis zio e nipote che si impegnavano a restituire il deposito affidato nelle loro mani dalla signora Claes, a quello dei figli che avesse loro presentato questo scritto.
Marta, gridò Margherita alla governante che salì subito, andate subito dal signor de Solis e pregatelo di venire da me. Nobile e discreta creatura! non ha mai detto nulla a me, pensò a me le cui noie e i cui dolori son divenuti i suoi.
Emanuele giunse prima che Marta fosse di ritorno.
Avete avuto dei segreti per me? essa disse mostrandogli lo scritto.
Emanuele chinò il capo.
Margherita, siete dunque assai disgraziata? riprese lui lasciando cadere qualche lagrima dagli occhi.
Oh, sì! Siate il mio appoggio, voi che mia madre ha chiamato il nostro buon Emanuele, disse mostrandogli la lettera e non potendo reprimere un moto di gioia vedendo la sua scelta approvata da sua madre.
Il mio sangue, la mia vita erano vostri dal giorno in cui vi vidi nella galleria, rispose lui piangendo di gioia e di dolore; ma io non sapevo, non osavo sperare che un giorno voi avreste accettato il mio sangue. Se voi mi conoscete bene dovete sapere che la mia parola è sacra. Perdonatemi questa perfetta obbedienza alla volontà di vostra madre: non stava in me il giudicarne le intenzioni.
Voi ci avete salvati, disse essa, interrompendolo e prendendogli il braccio per scendere in sala.
Dopo essere venuta a conoscenza dellorigine della Fortuna che Emanuele custodiva, Margherita gli confidò la triste necessità in cui si trovava la casa.
Bisogna andare a pagare le cambiali, disse Emanuele, se sono tutte da Mersktus, voi ci guadagnerete gli interessi. Vi restituirò le seicentomila lire che vi rimarranno. Il mio povero zio mi ha lasciato una somma equivalente in ducati che sarà facile trasportare segretamente.
Sì, disse, portateli di sera: quando mio padre (dormirà noi due li Nasconderemo. Se sapesse che ho del denaro potrebbe anche volerlo colla violenza. Oh! Emanuele, dover diffidare del proprio padre! disse piangendo e appoggiando la fronte sul cuore del giovane.
Questo grazioso e triste gesto col quale Margherita cercava una protezione, fu la prima espressione di un amore sempre avvolto di melanconia, sempre tenuto in una sfera di dolore; ma questo questo
cuore troppo pieno doveva traboccare e fu sotto il peso della miseria!
Che fare? Che sarà? Egli non vede nulla, non si preoccupa né di noi né di lui, poiché io non so come faccia a vivere in quella soffitta la cui aria è ardente.
Che cosa potete aspettarvi da un uomo che, ogni momento esclama come Riccardo III " il mio regno per un cavallo?" disse Emanuele. Sarà sempre spietato e voi dovete esserlo come lui. Pagate le sue cambiali, dategli se volete la vostra sostanza, ma quella dei vostri fratelli non è né vostra né sua.
Dargli la mia sostanza? disse stringendo la mano di Emanuele e dandogli una occhiata di fuoco, voi me lo consigliate, voi! mentre Pierquin diceva mille bugie per conservarmela.
Ahimè, forse io sono egoista a modo mio! disse. Qualche volta vi vorrei senza denari, mi sembra che voi sareste più vicina a me; qualche altra volta vi vorrei ricca, felice e trovo che cè della piccineria nel credersi separati dalle povere grandezze del denaro.
Caro, non parliamo di noi...
Noi, ripetè con ebbrezza. Poi dopo una pausa aggiunse: Il male è grande ma non è irrimediabile.
Si rimedierà per mezzo di noi soli. La famiglia Claes non ha più un capo. Per giungere a non essere più né padre, né uomo, a non aver più nessuna nozione del giusto e dellingiusto; perché lui così grande, così generoso, così probo, abbia dissipato malgrado la legge i beni dei figlioli per i quali deve essere il difensore, in quale abisso è dunque caduto? Mio Dio? che cosa cerca dunque?!
Disgraziatamente, cara Margherita, se ha torto come capo di famiglia, ha ragione come scienziato e una ventina duomini in Europa lo ammireranno, là dove tutti gli altri lo accuseranno di pazzia; ma voi, senza scrupoli, gli potete rifiutare i beni dei suoi figli. Una scoperta è sempre stata un caso. Se vostro padre deve scoprire la soluzione del suo problema, la troverà senza tante spese, e forse nel momento nel quale dispererà!
La mia povera mamma è felice, disse Margherita, essa avrebbe mille volte sofferto la morte prima di morire, lei che è perita al primo urto contro la scienza. Ma questo combattimento non ha fine....
Cè una fine, disse Emanuele. Quando voi non avrete più niente, il Signor Claes non troverà più credito e si fermerà.
Si fermi dunque già sin dora, esclamò Margherita: noi siamo senza risorse.
De Solis andò a raccogliere le cambiali e venne a restituirle a Margherita. Baldassarre scese qualche momento prima di pranzo contrariamente alla sua abitudine. Per la prima volta in due anni la figlia scorse sul suo viso i segni di una tristezza terribile a vedersi: era ridivenuto padre, la ragione aveva ricacciato la scienza. Guardò in cortile, in giardino e quando fu sicuro di essere solo con sua figlia, venne presso di lei con un movimento pieno di malinconia e di bontà.
Figlia mia, disse prendendole la mano e stringendogliela con una tenerezza insinuante, perdona al tuo vecchio padre.... Sì, Margherita, ho avuto torto. Tu sola hai ragione. Finché non avrà trovato sarò un miserabile. Me ne andrò via di qui. Non voglio vendere il Van Claes, disse indicando il ritratto del martire. Egli è morto per la libertà, io sarò morto per la scienza, lui venerato, io odiato....
Odiato, padre mio? no, disse gettandosi sul suo petto, noi vi adoriamo tutti. Non è vero, Felicita? disse a sua sorella che entrava in quel momento.
Che cosa avete, caro padre? disse la giovinetta prendendogli una mano.
Vi ho rovinato....
Ebbene, disse Felicita, i nostri fratelli ci formeranno una sostanza. Giovanni è sempre il primo della classe.
Prendete padre mio riprese Margherita conducendo Baldassarre con un movimento pieno di grazia e di vezzi filiali davanti al camino ove prese alcune carte che stavano sotto la cartella, ecco le vostre cambiali, ma non firmatene più, non ci sarebbe più niente per pagarle....
Tu hai del danaro, dunque? disse Baldassarre allorecchio di Margherita quando si fu rimesso dalla sorpresa.
Questa parola soffocò la giovinetta: tanto delirio, gioia, speranza esprimeva il viso di suo padre che guardava intorno a sé come per scoprire delloro.
Padre mio essa rispose con accento doloroso ho la mia dote.
Dammela, disse lui lasciandosi sfuggire un gesto avido, io te la restituirò centuplicata.
Si, ve la darò, rispose Margherita fissando Baldassarre, che non comprese il senso che sua figlia metteva in questa parola.
Ah, cara figlia, disse, tu mi salvi la vita! Ho pensato a unultima esperienza, dopo la quale non cè più nessuna possibilità. Se questa volta non trovo bisognerà rinunciare a cercar lassoluto. Dammi il braccio, vieni mia cara, vorrei renderti la donna più felice della terra; tu mi ridai la gioia, la gloria, tu mi offri la possibilità di colmarti di tesori, di coprirti di gioielli, di ricchezze
Baciò sua figlia in fronte, le prese le mani, le strinse, le dimostrò la sua gioia con moine che a Margherita sembrarono persino servili. Durante il pranzo Baldassarre non vedeva che lei, la guardava con ansia, collattenzione e la vivacità che un amante usa verso la sua amante; se appena essa faceva un movimento lui cercava di indovinare il suo pensiero, il suo desiderio e si alzava per servirla, la faceva vergognare; metteva nelle sue cure un non so che di giovanile che stonava colla sua vecchiaia anticipata. Ma ai suoi scherzi Margherita opponeva il quadro dellabituale tristezza sia con una parola di dubbio sia con uno sguardo che gettava sulle alzate vuote delle credenze nella sala da pranzo.
Va, le disse: fra sei mesi riempiremo tutto ciò doro e di meraviglie. Tu sarai come una regina. Bah! la natura intera sarà nostra, noi saremo al di sopra di ogni cosa... e per merito tuo, Margherita.... Margarita! riprese sorridendo, il tuo nome è una profezia, Margarita significa perla. Sterne ha detto ciò in qualche punto. Hai letto Sterne? Vuoi uno Sterne? ti divertirà.
La perla è, si dice, il frutto di una malattia, essa riprese con amarezza, e noi abbiamo già ben sofferto!
Non essere così triste, tu farai felici quelli che ami, sarai potente, ricca...
La signorina ha tanto buon cuore, disse Lemulquinier, la cui faccia a mestolo fece una smorfia per sorridere. Per tutta la sera Baldassarre prodigò alle sue figliole tutte le grazie del suo carattere e il fascino della sua conversazione. Seducente come il serpente la sua parola e i suoi sguardi emanavano un fluido magnetico ed egli fu largo di quella potenza del genio che affascinava Giuseppina e fece entrare, per così dire, le figlie nel suo cuore. Quando venne Emanuele De Solis, trovò, per la rima volta dopo tanto tempo, il padre e le figlie insieme. Malgrado il suo riserbo il giovane direttore subì il prestigio di questa scena poiché la conversazione e i modi di Baldassarre ebbero un fascino irresistibile. Per quanto immersi negli abissi del pensiero e continuamente intenti ad osservare il mondo morale, gli uomini di scienza percepiscono nondimeno tutti i minimi particolari nella sfera dove vivono. Più inopportuni che distratti non sono mai in armonia con ciò che li circonda, sanno e dimenticano tutto; prevedono lavvenire, profetizzano da soli, ma non ne han detto nulla. Se, nel silenzio delle meditazioni, hanno usato della loro capacità per conoscere ciò che avviene attorno a loro, a loro basta di aver indovinato; il lavoro li assorbe, e applicano quasi sempre fuori di proposito le conoscenze acquisite intorno alle cose della vita. Qualche volta, quando si risvegliano dalla loro apatia sociale, o quando ricadono dal mondo morale nel mondo esteriore, vi tornano con una memoria molto ricca e non sono estranei a nulla. Così Baldassarre che univa alla perspicacia del cuore quella del cervello, conosceva tutto il passato di sua figlia, sapeva o aveva indovinato, i minimi avvenimenti dellamore misterioso che la univa a Emanuele, e lo dimostrò loro con finezza e sanzionò il loro affetto condividendolo. Era la più dolce lusinga che un padre potesse fare e i due amanti non seppero resistervi. Quella serata fu deliziosa per il contrasto che offriva coi dolori che assillavano la vita di quei poveri figlioli. Quando, dopo averli per così dire, illuminati della sua luce e riscaldati, colla sua tenerezza, Baldassarre si fu ritirato, Emanuele De Solis, che fino allora aveva avuto un contegno imbarazzato, si liberò dei trentamila ducati doro che teneva nelle tasche temendo di lasciarli scorgere. Li mise sul tavolo da lavoro di Margherita che li copri con una tela che stava rammendando, ed andò a cercare il resto della somma. Quando rientrò Felicita era andata a letto. Suonarono le undici: Marta elle era alzata per svestire la padrona era occupata da Felicita.
Dove nascondere tutto ciò? disse Margherita che non aveva saputo resistere alla gioia di maneggiare qualche ducato, fanciullaggine che la perdette.
Alzerò questa colonna di marmo il cui zoccolo è cavo, disse Emanuele voi farete volar dentro i rotoli, e neanche il diavolo potrebbe trovarli.
Nel momento in cui Margherita faceva il penultimo viaggio dal tavolino da lavoro alla colonna, mandò un grido acuto, lasciò cadere i rotoli le cui monete doro si sparpagliarono sul pavimento: suo padre era sulla porta del salotto e sporgeva il viso con una espressione di cupidigia che la spaventò.
Oh, che cosa fate dunque voi lì? disse guardando ora la figlia che la paura teneva inchiodata sul pavimento ora il giovane che si era bruscamente rialzato, ma la cui attitudine vicino alla colonna era abbastanza significativa.
Il suono delloro sul pavimento fu orribile e il suo disperdersi sembrò profetico.
Se non mi son sbagliato disse Baldassarre sedendosi ho sentito il rumore delloro...
Non era meno turbato dei due giovani i cui cuori battevano così allunisono che i loro movimenti si udivano come il battito di un pendolo in mezzo al silenzio profondo che regnò dimprovviso nella sala.
Vi ringrazio signor De Solis disse Margherita ad Emanuele, lanciandogli unocchiata dintesa che voleva dire "Aiutatemi, per salvar questa somma".
Che? questo oro?... riprese Baldassarre guardando con una spaventosa lucidità sua figlia ed Emanuele.
Questo oro appartiene al signore, che ha la bontà di prestarmelo per poter far fronte ai nostri impegni gli rispose essa.
Il signor De Solis arrossì e volle uscire.
Signore riprese Baldassarre prendendolo per il braccio non sottraetevi alla mia riconoscenza.
Signore, voi non mi dovete nulla. Questo danaro appartiene alla signorina Margherita che lo prende a prestito sui suoi beni rispose guardando la sua amata che lo ringraziò con un impercettibile battito di ciglia.
Non permetterò questo disse Claes che prese una penna e un foglio di carta dal tavolo da scrivere di Felicita.
E volgendosi ai due giovani interdetti:
Quanto è?
La passione aveva reso Baldassarre più astuto di quanto non lo sarebbe stato il più furbo dei birbanti, e la somma stava per essere sua. Margherita e il signor De Solis esitavano.
Contiamo disse lui.
Ci sono sei mila ducati, rispose Emanuele.
Seicentomila lire riprese Claes! Locchiata che Margherita lanciò allamato gli infuse coraggio.
Signore disse rispettosamente il vostro impegno è senza valore, perdonatemi questa espressione puramente tecnica: ho prestato stamane alla signorina centomila lire per riscattare le cambiali che non siete in grado di pagare, voi non potreste darmi quindi nessuna garanzia. Queste seicentomila lire sono della signorina vostra figlia che può disporne come meglio le pare, ma io non glieli presto che sulla promessa che essa mi ha fatto di firmare un patto col quale io possa garantirmi sulla sua parte nei territori spogli di Waignies.
Margherita volse il capo per non lasciar scorgere le lagrime che le venivano agli occhi: conosceva la purezza di cuore che distingueva Emanuele. Cresciuto da suo zio nella più severa pratica delle virtù religiose, il giovane aveva in odio speciale la menzogna: dopo di aver offerto a Margherita la sua vita e il suo cuore le faceva ancora il sacrificio della sua coscienza.
Buona sera signore gli disse Baldassarre credevo aveste più confidenza in un uomo che vi guardava con occhi di padre....
Dopo di aver scambiato con Margherita un pietoso sguardo, Emanuele fu accompagnato da Marta, che chiuse la porta di strada. Quando padre e figlia furono assolutamente soli, Claes disse a sua figlia:
Tu mi ami, non è, vero?
Non prendete delle vie lunghe, padre: voi volete questa somma? non lavrete.
Si mise a raccogliere i ducati e suo padre laiutò silenziosamente a raccattarli e a verificare la somma dispersa, e Margherita lo lasciò fare senza la minima diffidenza. Rimessi in fila i ducati Baldassarre disse disperato:
Margherita, ho bisogno di questo oro!
Se voi lo prenderete, commetterete un furto rispose essa freddamente: è meglio che ci uccidiate in un colpo solo che farci soffrire ogni giorno mille morti. Pensate chi di voi o di noi deve morire....
Avrete dunque assassinato vostro padre! riprese.
Avremo vendicata nostra madre, disse essa indicando il posto dove la signora Claes era morta.
Figlia mia, se tu sapessi di che si tratta tu non mi diresti parole simili. Ascolta, ti spiegherò il problema.... Ma tu non mi capirai! Esclamò con disperazione. Ebbene, dammeli! Abbi una volta fiducia in tuo padre. Sì, lo so che ho fatto soffrire tua madre: che ho dissipato, per usare le parole degli ignoranti, la mia fortuna e dilapidata la vostra: che voi tutti dovete lavorare per causa di quello che tu chiami una follia; ma, angelo mio, ma, mia amatissima, ma, mia Margherita, mio amore, ascoltami dunque! Se non riesco mi metto nelle tue mani obbedirò come dovresti, tu, obbedirmi, farò la tua volontà, ti darò lamministrazione dei miei beni, non sarò più il tutore dei miei figli e mi spoglierò dogni autorità. Lo giuro
per tua madre, disse piangendo.
Margherita volse il capo per non vedere questo viso in lagrime e Claes si gettò alle ginocchia di sua figlia, credendo che essa stesse per cedere:
Margherita, Margherita, dammeli, dammeli! Che cosa sono sessantamila lire per evitare rimorsi eterni? Vedi, io morirò, questa cosa mi ammazzerà... Ascoltami, la mia parola sarà sacra. Se non riesco rinuncio alle mie ricerche, lascerò la Fiandra, anche la Francia, se tu lo vuoi, andrò a lavorare come un operaio per ricostruire soldo a soldo la mia sostanza e restituire un giorno ai miei figli ciò che ha loro portato via la scienza. Margherita voleva rialzare il padre, ma quegli insistette nel rimanere in ginocchio e aggiunse piangendo:
Sii per lultima volta tenera e affezionata! Se non riesco ti darò io stesso ragione delle tue severità. Tu mi chiamerai vecchio pazzo! mi dirai cattivo padre! e anche che sono un ignorante! Io quando sentirò queste parole ti bacerò le mani. Potrai battermi se lo vuoi e quando mi colpirai ti benedirò, come la migliore delle figliole, ricordandomi che tu mi hai dato il tuo sangue!
Se non si trattasse che del mio sangue, ve lo renderei, esclamò essa ma posso io per la scienza lasciar strozzare i miei fratelli? No!
Basta, basta essa disse, asciugandosi le lagrime e respingendo le mani carezzevole del padre.
Sessantamila lire e due mesi; disse egli alzandosi con rabbia, non mi occorre che questo; ma mia figlia si mette fra la gloria, fra la ricchezza e me. Sii maledetta aggiunse. Tu non hai cuore, tu non sarai né una madre, né una sposa... Lasciameli prendere! Di, mia cara piccola, mia prediletta! ti adorerò, disse allungando la mano sulloro con un movimento di atroce energia.
Io sono senza difesa contro la violenza, ma Dio e il gran Claes ci vedono, disse Margherita additando il ritratto.
Ebbene, prova a vivere coperta del sangue di tuo padre, gridò Baldassarre gettandogli un orrendo sguardo. Si alzò, guardò la sala e uscì lentamente . Quando fu sulla porta si volse come avrebbe fatto un mendicante e interrogò sua figlia con un gesto al quale Margherita rispose con un cenno negativo del capo. Addio, figlia mia, disse con dolcezza vivi felice.
Quando fu scomparso Margherita restò in uno stupore che ebbe per effetto di isolarla dalla terra: essa non era più nella sala, non sentiva più il suo corpo, aveva delle ali e volava nelle regioni del mondo morale dove tutto è immenso, dove il pensiero avvicina distanze e tempo, dove una mano divina alza il velo steso sul future. Le sembrò che giorni interi passassero tra luno e laltro dei passi che suo padre faceva salendo la scala; poi ebbe un brivido di orrore quando lo sentì entrare in camera sua. Seguendo un presentimento che rischiarò la sua anima colla luce violenta del lampo, salì le scale senza luce, senza rumore, colla velocità di una freccia, e vide suo padre che stava mirandosi al capo con una rivoltella.
Prendete tutto, gridò slanciandosi su di lui.
Essa cadde su di una poltrona e Baldassarre, vedendola pallida, si mise a piangere come piangono i vecchi; ridivenne fanciullo, la baciò in fronte, le disse parole senza senso, stava quasi per far dei salti di gioia, e sembrava voler scherzare con lei come un innamorato scherza colla sua amante dopo averne ottenuto il favore.
Basta, basta, padre, essa disse: pensate alla vostra promessa! Se voi non riuscirete, mi obbedirete ?
Sì.
Oh, madre mia, disse volgendosi verso la camera della signora Claes avresti dato tutto, non è vero ?
Dormi in pace, tu sei una buona figlia.
Dormire! essa esclamò. non ho più il sonno della mia gioventù; voi mi fate invecchiare, padre, come avete a poco a poco frustato il cuore di mia madre.
Povera figliola, vorrei rassicurarti spiegandoti gli effetti magnifici della esperienza che ho appena ideato, tu vedresti....
Io non vedo che la nostra rovina, essa disse andandosene.
Il giorno dopo, che era giorno di vacanza, Emanuele De Solis condusse Giovanni.
Ebbene? disse con tristezza andando incontro a Margherita.
Ho ceduto, essa rispose.
Mia cara, egli disse con un atto di gioia melanconica: se voi aveste resistito vi avrei ammirata; ma, debole, vi adoro!
Povero, povero Emanuele, che cosa ci resterà?
Lasciate fare a me, esclamò il giovane raggiante: noi ci amiamo, tutto andrà bene!
Passarono alcuni mesi in una tranquillità completa. Il signor De Solis fece comprendere a Margherita che le sue povere economie non avrebbero mai costituito una sostanza, e la consigliò di vivere comoda, usando, per mantenere labbondanza in casa, il danaro che rimaneva della somma di cui era stato il depositario. Durante questo, tempo Margherita fu in preda alle stesse angosce che un tempo avevano angustiato sua madre in circostanze simili.
Per quanto incredula potesse essere era giunta a sperare nel genio di suo padre. Per un fenomeno inspiegabile molti hanno la speranza senza avere la fede. La speranza è il fiore del desiderio,
la fede è il frutto della certezza. Margherita si diceva se mio padre riesce saremo felici! Claes e Lemulquinier soli dicevano: Noi riusciremo. Disgraziatamente di giorno in giorno il viso di questo uomo si faceva più triste. Quando veniva a pranzo non osava talvolta guardare sua figlia e qualche altra le gettava anche delle occhiate di trionfo. Margherita passò le sue sere a farsi spiegare dal giovane De Solis molle difficoltà legali. Tempestò suo padre di domande circa le loro relazioni di famiglia. Infine completò la sua educazione virile preparandosi evidentemente a mettere in pratica il progetto che meditava nel caso che suo padre riescisse ancora una volta sconfitto nel suo duello collignoto.
Al principio del mese di luglio, Baldassarre passò tutta la giornata seduto su di una panchina del giardino, immerso in una triste meditazione. Guardò più volte laiuola, spoglia ilei tulipani, le finestre della camera di sua moglie; fremeva senza dubbio, pensando a tutto ciò che la sua lotta gli era costata: i suoi movimenti testimoniavano sentimenti estranei alla scienza. Margherita venne a sedersi per lavorare vicino a lui qualche momento prima del pranzo.
Ebbene, padre, voi non siete riuscito.
No, figlia mia.
Ah disse Margherita con voce dolce non vi rivolgerò il minimo rimprovero, siamo ugualmente colpevoli ambedue. Esigerò solo che manteniate la vostra parola, essa deve essere sacra, voi siete un Claes. I vostri figli vi circonderanno di amore e di rispetto; ma dora in poi voi mi appartenete e mi dovete obbedire. Siate tranquillo, il mio regno sarà dolce e farò di tutto io stessa perché abbia a finire presto. Conduco con me Marta, vi lascio per un mese circa e per occuparmi di voi, disse baciandolo in fronte, voi siete il mio figliolo. Da domani Felicita dirigerà la casa. La povera figliola non ha che diciassette anni e non saprebbe resistervi: siate generoso, non chiedete. le un soldo, poiché essa non avrà che lo stretto necessario per le spese di casa. Abbiate coraggio, rinunciate per due o tre anni ai vostri lavori e ai vostri pensieri. Il problema maturerà, io avrò raccolto il denaro necessario per risolverlo e voi lo risolverete. Ebbene, la vostra regina non è demente? Dite...
Tutto non è dunque perduto, disse il vecchio.
No, se voi siete fedele alla vostra promessa Vi obbedirò, figlia mia, rispose Claes con profonda commozione.
Il giorno dopo venne il signor Conyncks da Cambrai a cercare la pronipote. Era in vettura da viaggio e non volle rimaner presso suo cugino che il tempo necessario a Margherita e a Marta per fare i loro preparativi. Il signor Claes ricevette il cugino con affabilità ma era visibilmente triste e umiliato.
Il vecchio Conyncks indovinò i pensieri di Baldassarre e, pranzando, gli disse con una bella franchezza:
Ho alcuni dei vostri quadri, cugino: mi piacciono i bei quadri, è una passione pericolosa ma tutti noi abbiamo la nostra mania...
Caro zio! disse Margherita.
Voi siete considerato un uomo rovinato; ma un Claes ha sempre dei tesori qui, disse picchiandosi sulla fronte e, qui aggiunse, indicando il cuore. Così io conto su di voi! Ho trovato in fondo alle mie tasche alcuni scudi che ho messo a vostra disposizione.
Ah! esclamò Baldassarre, vi restituirò dei tesori...
I soli tesori che noi possediamo in Fiandra, cugino, sono la pazienza e il lavoro, rispose severamente Conyncks. Il nostro avo ha queste due parole stampate sulla fronte aggiunse mostrando il ritratto del presidente Van Claes.
Margherita abbracciò il padre, lo salutò, fece le sue raccomandazioni a Josette e a Felicita e partì in vettura per Parigi. Il prozio rimasto vedovo, non aveva che una figliola di dodici anni e possedeva una grande sostanza, non era dunque impossibile che si volesse riammogliare: così gli abitanti di Douai credettero che la signorina Claes sposasse il prozio. La voce di questo ricco matrimonio ricondusse Pierquin, il notaio, dai Claes. Erano avvenuti molti mutamenti nelle idee di questo gran calcolatore. Da due anni la società della città si era divisa in due campi nemici. La nobiltà aveva formato un primo gruppo, e la borghesia un secondo, naturalmente molto ostile al primo. Questa improvvisa separazione, che si verificò in tutta la Francia e la divise in due campi nemici le cui irritazioni gelose andarono crescendo, fu una delle ragioni che fecero partecipare anche la provincia alla rivoluzione del 1830. Fra queste due società di cui luna era ultramonarchica e laltra ultraliberale si trovavano funzionari, ammessi, secondo la loro importanza, nelluna o nellaltro ambiente e che, al momento della caduta del potere legittimo, rimasero neutrali. Allinizio della lotta fra la nobiltà e la borghesia i caffè realisti affettarono uno splendore non mai visto, e rivaleggiavano così brillantemente coi caffè liberali che queste specie di feste gastronomiche costarono la vita a molte personalità che, simili a dei mortai poco solidi non poterono resistere a queste gare.
Naturalmente le due società divennero esclusiviste e si epurarono. Per quanto molto ricco per un uomo di provincia, Pierquin fu escluso dalla cerchia degli aristocratici e ricacciato in quella dei borghesi. Il suo amor proprio ebbe molto a soffrire dalle successive sconfitte subite col vedersi insensibilmente congedato da quelli coi quali prima praticava; stava per toccare la quarantina, lunica epoca della vita nella quale gli uomini votati al matrimonio possono ancora sposare delle persone giovani. I partiti ai quali poteva aspirare appartenevano alla borghesia ma egli mirava allalta società dove lavrebbe dovuto introdurre una bella parentela. Lisolamento nel quale la famiglia Claes viveva laveva resa estranea a questo rivolgimento sociale. Benché Claes appartenesse alla vecchia aristocrazia della provincia era probabile che le sue preoccupazioni gli avrebbero impedito di obbedire alle antipatie create dalle nuove classi sociali. Per quanto povera potesse essere, una Claes portava a suo marito questo titolo per la vanità, a cui tutti i rifatti aspirano. Pierquin ritornò dunque dai Claes col segreto proposito di fare i sacrifici necessari per arrivare a concludere un matrimonio che avrebbe ormai realizzato tutte le sue aspirazioni.
Tenne compagnia a Baldassarre e a Felicita durante lassenza di Margherita, ma, troppo tardi si accorse di avere un concorrente temibile in Emanuele de Solis. La eredità dellabate defunto aveva fama di essere notevole, e, agli occhi di un uomo che ingenuamente traduceva in cifre tutte le cose della vita, il giovane ereditiero sembrava più potente per il suo danaro che per i fascini del suo cuore, di cui Pierquin non si preoccupava mai. Questa fortuna ridava al nome do Solis tutto il suo valore. Loro e la nobiltà erano come due soli che illuminandosi lun laltro raddoppiavano lo splendore. Laffetto sincero che il giovane direttore dimostrava per Felicita che trattava da sorella, eccitò lemulazione del notaio. Cercò di eclissare Emanuele frammischiando il gergo di moda e le espressioni di una galanteria superficiale, allaria sognatrice, alle elegie sospirose che saddicevano tanto bene alla sua fisionomia. Dicendosi disilluso di tutto, volgeva gli occhi verso Felicita in modo da lasciarle credere che essa sola avrebbe potuto riconciliarlo colla vita. Felicita alla quale per la prima volta un uomo rivolgeva dei complimenti ascoltò questo linguaggio sempre così dolce anche quando è menzognero; scambiò il vuoto per profondità, e nel bisogno prepotente di dare un punto fisso ai sentimenti vaghi di cui il suo cuore traboccava, fece attenzione a suo cugino. Gelosa, forse a sua insaputa, delle attenzioni amorose che Emanuele prodigava alla sorella, voleva, senza dubbio, vedersi anche lei, come laltra, oggetto degli sguardi, dei pensieri, e delle cure di un uomo.(Fine della parte ottava)