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Il grande merito di
questopera sta nella penetrante disamina di una realtà del tutto negletta dagli
studiosi italiani -anche da quelli che si autodefiniscono «iniziati»- della libera
muratoria: quella delle sue radici autenticamente cristiane e giovannee.
Come osserva puntualmente il curatore nella sua preziosa introduzione, «soprattutto agli
occhi di chi, "profano" o anche "iniziato" alla libera muratoria,
abbia di essi limmagine di una consorteria votata al mutuo soccorso, variamente e
velatamente affaccendata in mene politico-sociali -dalla leggenda circa il ruolo occulto
da essa esplicato nella preparazione e nellattuazione della Rivoluzione francese
(vedasi lAbbé Barruel ed i suoi epigoni) allaltra, più ancora
fantasiosa, circa una sua pretesa funzione "sinedriale" o "sinarchica"
negli odierni rivolgimenti della politica e della grande finanza (dai famigerati Protocolli
dei Savi di Sion ad analoga paccottiglia di continuo e in vario modo rimestata dagli
insufficienti mentali di ogni segno e casacca)- ovvero impegnata in una sorta di
evangelizzazione laicistica di libero pensiero, della libertà di coscienza e di un
umanismo a-religioso o post-religioso, quando non palesemente anticlericale e ateistico,
questa opera del Naudon può assumere il valore di una vera e propria rivelazione,
inaspettata e perturbatrice di consolidate convinzioni, sì da rimetterle globalmente in
discussione» (p. 9).
LA. lumeggia con maestria una congerie di simboli, di accadimenti, di vicende, che
costituisce il sostrato della civiltà occidentale, le cui radici sono avviluppate in modo
tale da essere inestricabili: vediche, orfico-pitagoriche, platoniche, egizie, giudaiche e
cristiane, cui si aggiungono arricchendole le tradizioni dellesoterismo gnostico,
ermetico-alchemico, cabalistico. Questo sostrato sapientemente «arricchito» diviene
patrimonio della corporazione dei liberi muratori, segnandone la definitiva trasformazione
da associazione di mestiere, e perciò operativa ad associazione iniziatica, e
quindi speculativa.
Il libro del Naudon non può che sorprendere i minus habentes cui fa riferimento il
curatore: a essi, infatti, si svela un aspetto ascondito e sorprendente della libera
muratoria: la loggia di San Giovanni, il Battista e lEvangelista al contempo, è
secondo lA. il Tempio di YHWH, il Dio misterioso dal nome ineffabile. Guidata da un
Venerabile Maestro che è «lumile vicario di Re Salomone», la loggia di San
Giovanni è unofficina nella quale il massone si presenta «in guisa di emulo
del Sommo Artefice dei Mondi o Grande Architetto dellUniverso».
Via iniziatica, cammino di elevazione spirituale, la libera muratoria è anche un percorso
che unisce la sfera dei symbola al territorio mondano della prassi, non senza
equivoci e ambiguità. La fratellanza universale, leguaglianza e la libertà che si
creano allinterno della loggia giovannea possono essere veicolate al di fuori del
Tempio per essere partecipate al mondo profano? Sono questi gli interrogativi che
lA. si pone. Interrogativi, aggiungiamo noi, che sono in realtà vexatae
quaestiones.
Nelle massonerie dellEuropa continentale come in quelle dei Paesi
anglo-sassoni si è cercato di contrastare lo snaturamento delle logge di San Giovanni con
la creazione dei «sistemi ad alti gradi», successivi ai tre gradi (apprendista, compagno
e maestro) comuni a tutte le logge, che sono riservati allo studio dellesoterismo ed
al perfezionamento interiore, quali ad esempio il Rito Scozzese Antico ed Accettato,
il Rito Scozzese Rettificato e il Royal Arch inglese.
Si tratta dunque di uno studio, questo riproposto dal di Luca, che per i massoni
rappresenta unoccasione di rilettura guidata e ispirata del Libro sacro, il Vangelo
di Giovanni, in presenza del quale si aprono e si svolgono i lavori della loggia, mentre
per i «profani» un invito a una conoscenza vera della massoneria come Ordine iniziatico
di tradizione giudaico-cristiana. |