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È per puro caso che
ho preso in mano un volume che parla di architetti e di architettura mussoliniana, ma non
è per caso che ho deciso di scrivere alcune considerazioni a margine della ricerca
-appassionata e accuratissima- di Paolo Nicoloso, un dottore di ricerca
delluniversità di Venezia che ha scandagliato le origini delle facoltà di
architettura.
Ne scrivo qui perché lautore parla anche di massoneria e come spesso succede
giudica gli eventi del passato alla luce della molto più recente e negativa realtà della
gelliana P2.
Nicoloso ha studiato le scuole di architettura e lorganizzazione della professione
dellarchitetto. Imbattutosi in architetti e organizzatori culturali massoni ne parla
alla luce della purtroppo ancora troppo scarsa e approssimativa storiografia esistente in
Italia.
Gli storici della massoneria non sono particolarmente apprezzati né dal mondo accademico
né da quello massonico che tende a privilegiare un sistema "autarchico" privo
di scientificità perché affidato troppo spesso a personaggi pieni di entusiasmo, ma
carenti degli strumenti propri di questa particolare branca del sapere.
La scarsa documentazione rende particolarmente delicato il lavoro dello storico della
massoneria. Caso esemplare è quello che riguarda Ettore Ferrari di cui nel libro si parla
spesso. Il meraviglioso archivio Ferrari è andato disperso quasi completamente negli anni
Settanta e, precedentemente, la famiglia non aveva permesso a nessuno di accedervi. I
molti documenti che alcuni fratelli avevano salvato sono andati smarriti o peggio buttati.
Un massone romano mi ha raccontato di aver consegnato al GOI molti scatoloni di carte di
cui sono rimasti solo pochi faldoni. Alla fine degli anni Ottanta il gran maestro
dellepoca, insieme al gran segretario, si improvvisarono archivisti mandando al
macero molti documenti che forse gli storici avrebbero voluto poter leggere. Ricordo di
aver visto destinare alla pattumiera alcuni quaderni di scuola fitti di appunti e di
schizzi fatti da Ferrari. Chiesi di poterli prelevare. Mi fu detto di no. Non li ho più
visti. So che furono mandati al macero molti sacchi di carta. Forse coinvolgere almeno un
fratello archivista non sarebbe stato un danno.
Larchivio Ferrari era composto anche da una gran quantità di foglietti scritti a
mano con una calligrafia minuscola e regolare, da minute di lettere senza data, da appunti
di ogni genere che solo lo studioso sa ricomporre ed utilizzare.
Ricordo di aver cercato di convincere quello stesso gran maestro ad acquistare un
pacchetto di 500 lettere di pittori e scultori indirizzate allo stesso Ferrari. Le avevo
lette e ne veniva fuori il ritratto di un uomo di potere senza dubbio, ma nel senso
migliore del termine. Ferrari aveva usato la sua posizione di prestigio nel mondo
artistico italiano per aiutare chiunque si rivolgesse a lui e avesse capacità. Le lettere
non furono acquistate perché non erano di argomento massonico e a nessuno interessava
ricostruire la personalità di un gran maestro del passato.
Mi sono tornati alla mente questi ricordi mentre scorrevo le pagine del volume di Paolo
Nicoloso perché il vuoto archivistico penalizza ancora una volta Ettore Ferrari che è
stato un grande del passato. I personaggi di cui Nicoloso ha potuto studiare gli archivi
sono lumeggiati con molta più precisione di un Ferrari di cui ha trovato solo
documentazione ufficiale.
Ed ecco che la condanna della massoneria gelliana si mescola inconsapevolmente con le
polemiche antimassoniche dei nazionalisti di età giolittiana e con la messa al bando
della massoneria voluta da Mussolini. Realtà profondamente diverse finiscono con il
ritrovarsi allineate e giustificano il disagio con cui lautore del volume informa
che «la prima e più importante scuola di architettura nasce in un contesto massonico»
(p.11). Il dato è storicamente inesatto perché si trattava solo di un ampliamento della
preesistente scuola darte e non della nascita di una facoltà universitaria. In ogni
modo è evidente lo spirito con cui si dà la notizia: una macchia per gli architetti. Signora
lattenzione che da decenni Ettore Ferrari dedicava a tutte le manifestazioni
dellarte e signora il ruolo importante che nel contesto della cultura
mazziniana era attribuita alle manifestazioni artistiche. È infatti dal pensiero
mazziniano che bisogna far derivare lattenzione dei massoni allarte
considerata nella sua funzione pedagogica.
Ettore Ferrari si era impegnato ad aiutare i giovani artisti quando era consigliere
comunale a Roma e poi negli anni in cui era stato parlamentare. Aveva fondato scuole
artistiche a tutti i livelli. Il decreto che il 13 dicembre 1914 istituì tre scuole di
architettura, attribuendo a quella romana diretta da Ferrari la preminenza sulle altre
nasceva da decenni di impegno.
In età giolittiana Ferrari era presidente dellistituto di belle arti, titolare
della cattedra di scultura e vicepresidente del Consiglio superiore delle belle arti.
Gentile, diventato ministro, si affrettò a sciogliere il consiglio di amministrazione
della scuola di architettura di Roma per liberarsi di Ferrari.
Scrive Nicoloso che «Ferrari, già collocato a riposo per limiti di età, di lì a poco
rassegna anche le dimissioni da presidente dellIstituto di belle arti, accolte con
gelo da Gentile, che indica nella massoneria il nemico principale della propria riforma»
(p.47).
La riforma scolastica voluta da Giovanni Gentile andava in direzione diametralmente
opposta a quanto i massoni avevano cercato di ottenere nel mezzo secolo precedente.
Non ho gli strumenti culturali per entrare nel merito dei risultati della ricerca di
Nicoloso che temo però abbia affrontato un tema storico senza la necessaria competenza.
Posso solo dire di aver letto il libro con grande interesse riflettendo alla difficoltà
di abbracciare campi tanto diversi avendo conoscenze approfondite in alcuni ambiti, ma non
in altri e non certo per superficialità di ricerca.
Lo ringrazio per avermi permesso di approfondire un altro tassello dellattività di
questo eccezionale personaggio che amo e di cui da anni raccolgo con pazienza ogni più
piccola informazione.
Anna Maria Isastia |