Il Basilisco |
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Lanimale fiabesco, rappresentato con il
corpo da serpente, la testa di gallo, ali e zampe daquila, nel medioevo era
considerato lespressione infernale la cui triplice natura si anteponeva a quella
divina. Fulcanelli nelle Dimore Filosofali lo definisce come il «piccolo re»,
il «regulus» precorritore della primavera dellOpera. Nelle
numerose riproduzioni iconografiche del XV e XVI secolo il Basilisco è anche il dragone
che sputa fuoco vivo capace di uccidere chiunque trovi sul suo cammino.
SantAgostino lo definisce il "re dei serpenti", cioè il demonio.
Lalito del basilisco è velenoso come pure il suo sguardo e le leggende medioevali
raccontano che lunico modo per difendersi dall«immonda fiera» era
quello di usare uno specchio nel quale il drago, rispecchiandosi, avrebbe trovato la morte
per opera del proprio veleno. La raffigurazione del Basilisco simboleggia la materia
prima da trasformare che dallo stato vile passa a quello paradisiaco e perfetto. C. G.
Jung nei suoi studi individua, in tutto ciò che è infimo, la prima materia a buon
mercato da cui partire per lo svolgimento dellOpera. I bestiari medioevali, a
conferma della visione di Jung, usavano le allegorie dei più demoniaci animali quali il
serpente, il drago, il basilisco, il corvo per identificare lo stato dinfimo ordine
da cui partire per il raggiungimento del «tesoro dei tesori». Il Basilisco è
così il malefico guardiano che deve essere battuto per aver accesso al tesoro, il simbolo
del Mercurio Filosofale emblema della germinazione del Mondo, il Leviatano che dimora
nelle acque, manifestazione della pioggia accompagnata da lampi e tuoni, segnali
dellattività celeste.
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Prefazione |