La Composizione

L’opera rappresenta in forma sintetica, ma nel medesimo tempo completa, l’Universo ermetico. Essa appare divisa in due parti secondo un asse orizzontale che separa il divino dal terreno, il cielo illuminato dall’abisso oscuro. Un grande emisfero raggiante, simbolo dell’Universo macrocosmico, è lo scenario della parte superiore. In questo fondale di luce e di energia primitiva, una moltitudine di Angeli avvolgono il Nome Sacro ed impronunziabile di Dio scritto con i quattro caratteri ebraici iodhevauhe.jpg (923 byte), JHVH (Jehovah). Accanto l’Agnello Mistico del Figlio e la Colomba dello Spirito Santo. Nella zona sottostante una sfera più piccola, cinta da nuvole, contiene i simboli alchemici del Corvo, del Cigno, del Drago o Basilisco, del Pellicano e della Fenice. La raffigurazione delle fasi dell’Alchimia è racchiusa a sua volta tra un anello di sette stelle e un cerchio che congiunge la sfera superiore a quella inferiore. Il tutto circonda una struttura di sette anelli concentrici che accoglie, partendo dall’esterno, il regno dello Zodiaco e dei Pianeti - Metalli, quello del Vento, del Sole e delle Stelle, quello del Mercurio, dello Zolfo e del Sale, quello del Fuoco.
La parte centrale della struttura è costituita dall’insieme dei simboli della conoscenza alchemica ovvero i triangoli dell’Acqua, del Fuoco e la Stella a sei punte o Scudo magico di Salomone simbolo della Pietra Filosofale. Il triangolo inscritto nel cerchio è l’immagine trinitaria del fondamento alchemico, il Mercurio Filosofico, il cui geroglifico è posto al centro.
La parte inferiore dell’incisione è divisa, a sua volta, da una linea immaginaria in due parti; una diurna a sinistra e una notturna a destra. Nel mezzo del paesaggio una piccola collina alberata, di forma rotondeggiante, simboleggia la terra. Ogni albero porta il segno di un metallo e in quello posto alla sommità è riprodotto quello dell’Oro. Gli alberi sono querce che nel linguaggio dei filosofi ermetici significavano forza e perpetua resistenza.
Al limite inferiore della «foresta» un vecchio brandisce due asce, una nella mano destra e l’altra in quella di sinistra e la sua tunica, tutta ricamata di stelle, è per metà in luce e per l’altra metà nell’oscurità. La figura incarna l’Alchimista e l’Unità indissolubile della Pietra d’Oro ed è sorretta da due Leoni i cui corpi si fondono in una sola testa da cui esce un fluido trasposizione della materia prima.

A destra della collina, immersa nelle tenebre della notte, un’aquila con le ali spiegate sostiene una donna nuda e un uomo dalla testa di cervo e nel contempo protegge la sfera della terra e dell’acqua. L’ermetismo vuole che questa sia la parte consacrata al principio femminile cioè alla Luna-Argento innalzata dalle due figure. La donna nuda è Diana e l’uomo è il mitologico Atteone allegoria del monito per gli uomini a non avvicinarsi troppo al mondo degli Dei senza la necessaria riverenza. La Donna tiene nella mano destra un grappolo d’uva rossa valorizzazione sessuale e materna del latte della fertilità che esce, diretto verso la terra, dal suo seno sotto forma di uno sciame di stelle. Atteone regge, invece, nella mano sinistra, un trifoglio emblema dei tre principi Zolfo, Mercurio e Sale. Una catena lega il polso della donna alla sfera delle nuvole confermando l’unione con l'emisfero superiore.

Nella parte diurna sono posti i simboli maschili del Leone rampante, dell’Uomo, del Sole e della Fenice. Come l’Aquila, l’uccello che rinasce dalle proprie ceneri, ripara con le ali la sfera del fuoco e dell’aria e sostiene l’Uomo e il Leone uniti nel Sole. L’Uomo è anch’egli incatenato alla sfera celeste. La linea, che divide il paesaggio inferiore, parte dall’unica testa dei Leoni e, attraversando il corpo dell’alchimista, raggiunge l’albero dell’Oro, il Dragone, il Sigillo di Salomone, il simbolo del Mercurio filosofico posto all’incrocio dei due assi, quello orizzontale e quello verticale dove avviene l’unione suprema. La linea prosegue in forma completamente immaginaria fino al Tetragramma divino. L’espressione artistica risulta così essere, una rappresentazione della «summa philosophica» dove le raffigurazioni sono «imagines agens» armoniche con l’antico linguaggio della Dottrina dei Saggi e la visione macro-microcosmica dell’Universo. Adottando il motto alchemico «Prega, leggi, leggi, leggi, rileggi lavora e troverai» l’incisione rivela la sua peculiare funzione di luogo mnemonico in cui tutti i misteri della sapienza eterna sono stati riposti. L’uso esplicito o implicito delle forme geometriche ne sono un esempio.
Il richiamo all’Opus alchemicum sono così il cerchio chiuso dal diametro, il triangolo ottenibile unendo i polsi dell’uomo e della donna al Tetragramma, il triangolo formato dalla veste e dal corpo dell’Alchimista, il triangolo formato dall’unione del Sole e della Luna con il simbolo del Mercurio. Mediando i significati dei geroglifici dell’antico Egitto le forme geometriche riflettono il corso del Sole nel cielo, l’origine e la fine, la nascita e la morte, il principio femminile e quello maschile, la composizione ternaria della materia e la natura trinitaria della Divinità. Il medesimo nucleo centrale, secondo una comune interpretazione, rappresenta la totalità del «mondo» contenuta nell’esistenza divina o Luce inavvicinabile. In tutta l’incisione il messaggio è indirizzato all’interazione equilibrata tra il Mondo Archetipo, il Macrocosmo, frutto dell’unione degli elementi acqua, fuoco e delle loro combinazioni, e il Microcosmo, rappresentato dall’Uomo creato ad immagine di Dio e dell’Universo.
Secondo la teoria della «signatura» il paesaggio di fondo è l’iconografia della Natura intera trascritta in un infinito Libro ermetico dove le creature sono le parole.


Prefazione
Introduzione
La Composizione
Il Colore
Il Luogo della Luce
L’Agnello e la Colomba
La Struttura centrale
Vento, Sole e Stelle
L’Anello del Mercurio
Lo Zolfo
Il Sale
Il Nucleo Centrale
Animali e Alchimia
Il Corvo
Il Cigno
Il Basilisco
Il Pellicano
La Fenice
Il Leone
I due Leoni
L’Aquila
L’Alchimista
Le Nubi
Conclusioni