L’anello
del Mercurio

Mercurius Philosophorum , Mercurius Corporeum,
Mercurius Vulgaris

Nell’ideogramma del Mercurio gli alchimisti riposero il segreto della Grande Arte e in esso fu sintetizzato il mistero che non avrebbe dovuto essere portato a conoscenza dei non iniziati. Nella zona anulare è racchiusa l’immagine di memoria collegata a tutto quanto riguarda il Mercurio che viene definito «philosophorum» quello dei filosofi, «vulgaris» quello degli spagiristi e «corporeum» quello rappresentante l’intelletto dell’uomo inteso come spirito vitale.
Il Mercurio fu per l’Alchimia occidentale il Monstrum hermaphroditus, il Rebis (res bis: la doppia cosa) in cui il principio solare o maschile si è fuso con quello lunare o femminile. È il figlio procreato dall’unione del Re con la Regina, è il mediatore tra l’Olimpo e la Terra. Il suo simbolo è il Caduceo raffigurazione della dualità della natura nella quale si confrontano i principi contrari e complementari: luce e tenebre, femminile e maschile.
Il Mercurio è quindi l’elemento circolatorio da cui nasce l’intelligenza, luogo in cui il sensibile si contrappone al razionale. Per l’Alchimista il Mercurio fu il principio e la fine di ogni corpo e per riprodurre tale opinione lo chiamarono "Azoto" un acronimo cabalistico la cui lettura svela l’associazione al principio ermetico. A è l’inizio di tutti gli alfabeti, Z la fine dell’alfabeto latino,
W di quello greco e TO di quello ebraico. Fu così considerato l’elemento di partenza per tutte le trasmutazioni affidandogli il ruolo di rigeneratore interiore, di manifestazione transitoria tra l’inferiore e il superiore, tra lo stato impuro e lo stato puro.
Scomponendo l’ideogramma una moltitudine di significati affiorano alla compressione. Così la parte superiore, assimilabile a una coppa, è in realtà una Luna crescente ricettiva quindi passiva e femminile. Se unita al cerchio, diventa il simbolo zodiacale del Toro
_che alle volte è sostituito da quello dell’Ariete ^ rappresentante il suo contrario e che per contro è il segno dell’equinozio primaverile, del mese di Marzo, del germoglio scaturente dalla terra in risveglio, della Trinità, del corso della vita dell’uomo che perennemente si trova al bivio della vita con Dio o con il Demonio. Il cerchio con la croce è l’antico simbolo orientale del Sole nascente che lancia in ogni direzione i suoi raggi. Più tardi della croce ansata egizia chiamata anche «specchio di Venere» e da qui il simbolo del pianeta Venere che in biologia assume il significato del femminile detentore in sé, in forma di germe, dell’energia vitale della natura. Il Mercurio è pertanto il punto da cui universalmente parte ogni vitalità, è l’ Anima Mundi che tende a liberare l’Uomo dalla materia spiritualizzandolo ed innalzandolo verso il superiore, è il punto più alto delle sfere dell’intelletto, della Binah dell’albero delle Sefirot. Il Mercurius Philosophorum è la linfa e il collante di tutti gli esseri e tramite esso si compiono le magie e i miracoli della Pietra Filosofale, della Medicina alchemica.
Il cerchio concentrico seguente è quello dello Zolfo «Fixum», «Aetheorum» e «Combustibilem».


Prefazione
Introduzione
La Composizione
Il Colore
Il Luogo della Luce
L’Agnello e la Colomba
La Struttura centrale
Vento, Sole e Stelle
L’Anello del Mercurio
Lo Zolfo
Il Sale
Il Nucleo Centrale
Animali e Alchimia
Il Corvo
Il Cigno
Il Basilisco
Il Pellicano
La Fenice
Il Leone
I due Leoni
L’Aquila
L’Alchimista
Le Nubi
Conclusioni