Il luogo della Luce

Un doppio pettine formato da strutture triangolari, chiare da una parte e scure dall’altra, limitano un cielo pieno di cherubini che incoronano un illusorio triangolo i cui vertici sono il Tetragramma Divino, iodhevauhe.jpg (923 byte) (Jod He Vau He), l’Agnello Mistico e la Colomba dello Spirito Santo. La triangolazione simboleggia il mistero della Divinità che nel contempo è Una e Trina.
Il chiaro e lo scuro della struttura a pettine, modellata a modo di semicerchio, è richiamo alla Genesi, alla separazione tra luce e tenebre, al Logos che diviene luce. Una struttura simile la si ritrova nell’opera Utriusque Cosmi Historia di Robert Fludd 1 nella quale, peraltro, la forma non è a semicerchio, ma lineare. La struttura grafica in questo caso può essere presa a esempio di quanto detto in merito all’utilizzo del bianco e del nero. Infatti, oltre al significato ermetico, la struttura crea un effetto di chiaroscuro che conferisce al luogo maggiore luminosità e profondità.
L’emisfero risultante è il Coelum Trinitatis, il Mondo Archetipo dove si immortala la generazione e dove il Padre è «l’indefinibile Jehovah» ebraico. L’Agnello Mistico è il ritratto del Figlio che è Dio ed è in Jehovah come «la luce del Sole nel Sole». La Colomba o Spirito Santo è invece l’armonia divina del Figlio nel Padre e del Padre nel Figlio. Il numero tre diventa pertanto il numero perfetto, riunendo in sé le «prime due cifre e una nuova unità». Il numero tre è un importante riferimento cabalistico per gli alchimisti che pongono in esso il principio creatore della Trinità a sua volta riconducibile al numero uno.
Ma tre più uno fa quattro, il numero dei quattro elementi, e quattro più tre fa sette, il numero delle fasi alchemiche metafora dell’unione del Creatore e del Creato. Così la Divinità, Fuoco invisibile e inaccessibile al di là della Luce, estende la sua azione fino al centro dell’Universo donando quella calda forza fecondatrice capace di generare la vita. La glorificazione della Luce è la glorificazione di Dio che in quasi tutte le mitologie è paragonato alla luce del Cielo, all’astro solare capace di manifestare la vita sia naturale sia spirituale.
In Egitto il Dio Anubi simboleggiava la Luce vivificante da cui era uscito l’Universo e che accompagnava le anime nel loro passaggio dalle Tenebre terrestri all’altro mondo. Nei primi secoli della Chiesa il Battesimo si chiamava Illuminazione, cioè il momento della liberazione dal peccato sinonimo, delle Tenebre dello Spirito. L’emisfero superiore è il principio maschile al quale si contrappone un emisfero inferiore o principio femminile. La Luce è quindi il caldo seme maschile che penetra il ventre femminile creato per essere fecondato, è il Re, riprodotto nell’immagine del libro Anatomia Auri sive Tyrocinium Medico-Chymicum di J.D. Mylius (1628) 2 che invita la Regina con le parole: «Veni dilecta mea et amplectemur et generabimum filium novum, qui non asimilatur parentibus» e alle quali la Regina risponde: «Ecce venio ad te et sum paratissima talem concipere filium cui non est similis in mundo». La Regina è l’immagine delle tenebre e l’atto del coito è l’operazione conclusiva della conjunctio che permetterà il raggiungimento dell’Uno.


  1. Nell’Utriusque cosmi historia... di Robert Fludd, pubblicato a Oppenheim nel 1619, si trovano molteplici «strutture a pettine». Si tratta di variazioni della «figura U», cioè universale, di Cusano, che è anche la più sintetica immagine della conjunctio oppositorum. (n.d.r.).

  2. Il libro fu stampato da Luca Jennis a Francoforte nel 1628 e fu l’ultima opera di Mylius.


Prefazione
Introduzione
La Composizione
Il Colore
Il Luogo della Luce
L’Agnello e la Colomba
La Struttura centrale
Vento, Sole e Stelle
L’Anello del Mercurio
Lo Zolfo
Il Sale
Il Nucleo Centrale
Animali e Alchimia
Il Corvo
Il Cigno
Il Basilisco
Il Pellicano
La Fenice
Il Leone
I due Leoni
L’Aquila
L’Alchimista
Le Nubi
Conclusioni